mercoledì 30 marzo 2016

Jack e la cucina (parte I).Ovvero di come il polacco sia diventato delfino di jack cucinando arrosticini

http://www.geoitaliani.it/2013/10/giovanni-pallini-detto-jack-un.html
Giovanni "Jack" Pallini
Oggi pubblichiamo con doppia emozione il primo contributo di un collega e amico geologo, Andrea Di Cencio. Siamo particolarmente contenti di iniziare una collaborazione, che speriamo invogli anche altri a dare un contributo, con un ricordo di Jack, Giovanni Pallini.
Jack per chi ha studiato alla  Sapienza di Roma o alla G.D'Annunzio di Chieti è stato  qualcosa di più un insegnante, lui sapeva unire studio e divertimento, lavoro e goliardia. Ma soprattutto sapeva tirare fuori il meglio dagli studenti, a volte con modi molto diretti ma sempre efficaci. A Jack piaceva condividere i piaceri della tavola con gli studenti. E gli studenti lo amavano  anche per questo.

Jack e la cucina (parte I)
ovvero di come il polacco sia diventato delfino di jack cucinando arrosticini
Era la prima escursione del primo anno di geologia, era il week end dell' 8 e del 9 Novembre 1996. Partiti tutti belli entusiasti, tre auto se non ricordo male, direzione montagne della provincia di Pesaro Urbino. 

Lì ci aspetta il Prof. Pallini, ancora non lo conoscevamo come Jack. Il prof. ci aveva fatto da poco l'introduzione alla Facoltà e alla vita di Geologia, ci aveva divisi in gruppi e noi eravamo il primo a raggiungerlo per le "lezioni sul terreno", escursioni informali prima del corso. Andammo attrezzati alla bisogna per la sopravvivenza abruzzese ad una due giorni fuori: arrosticini e vino.
Io avevo a casa un po' del vino del mio bisnonno, vino cotto fatto in casa che per la maggior parte era diventato marsala. Era un vino che aveva 36 anni quando sono nato e quindi il giorno dell'escursione aveva superato abbondantemente la cinquantina e viaggiava orgoglioso verso la sessantina. Ne avevamo così tanto a casa che mia madre l'usava per cucinare.

Mia madre usava un marsala di 60 anni per cucinare, ma su questo si possono aprire altre discussioni.

Ovviamente era un vino fatto in casa, conservato in maniera magari non consona e quindi è probabile che fosse "grasso che cola" che fosse diventato per la maggior parte marsala, tant'è che nella bottiglia a caso che presi dal garage beccai proprio l'unica non maturata ma andata a male: che figuraccia!!!

Ma tutto andò bene perché Jack ci fece assaggiare, a cena, la sua grappa cinese e salvammo la serata.

Gli arrosticini erano per la sera, ma stranamente sono avanzati, oppure effettivamente avevamo esagerato, ma era nella normalità delle cose presentarsi dappertutto arrosticino-muniti!!!

Avanzarono e il giorno dopo ce li portammo dietro durante la seconda giornata di escursione. Andammo al Furlo, nella cava che oggi è il centro dell'area protetta omonima, e ci mettemmo a razzolare alla ricerca di ammoniti.
Cava del Furlo (Pesaro - Urbino)
Ci mettemmo è una parola grossa, o quanto meno non lo facemmo tutti, io coadiuvato da alcuni amici nella ricerca della legna, mi sono messo a cucinare gli arrosticini avanzati, in una cucina organizzata di fortuna.

Io cucinavo, gli altri cercavano i fossili e Jack ci guardava estasiato, un gruppo completamente autonomo.
 
Ed è stato quel giorno che Jack decise, me lo confessò qualche anno dopo, che ero il miglior candidato per un possibile studente in tesi. E lo ero perché non avevo solo la "tigna" per le ammoniti, non volevo solo cercare fossili, in altri termini, ma avevo capacità organizzative e risolutive nell'organizzazione logistica della cucina.
Giovanni "Jack" Pallini e Andrea Di Cencio
Chi conosce Jack sa quale fosse la sua passione per la cucina, la buona cucina e la cucina di terreno, ma da professionista quale era sottolineò come l'organizzazione logistica fosse un'attitudine più importante della capacità di cercare fossili.
Cava - Passo del Furlo (Pesaro - Urbino)
Da quella escursione io riportai una sola ammonite, Lytoceras sepositum secondo Jack, io ritengo fosse Lytoceras cereris (più ovale di quella proposta dal prof.), per altro non proveniente dal Furlo. Ma riportai un'amicizia infinita, una proposta di lavoro, un futuro di paleontologo, l'amore per la vita che ancora conduco e Jack è sempre presente.
Furloceras erbaense (Hauer, 1856)

Giovanni Pallini (Jack) di Massimo Santantonio (da  Treccani

Jack Pallini di Andrea Di Cencio (da Geologia e  Paleontologia)

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Andrea Di Cencio - Iscritto a geologia perché "fico ci portano in montagna!" si è trovato in pochi anni e ancora studente a lavorare su tutti i massicci appenninici, alpini e siciliani come paleontologo e biostratigrafo (ossia datando le rocce in base al solo contenuto in fossili). Si laurea in paleontologia e consegue anche un dottorato di ricerca in biostratigrafia presso l'università "G. D'Annunzio" di Chieti, studiando dettagliatamente le rocce affioranti sull'Appennino centrale. Per natura curioso, approccia anche le altre tematiche della geologia, dalla vulcanologia, alla geologia strutturale, alla geologia tecnica, alla geomorfologia. Inoltre, ha una forte esperienza da divulgatore lavorando nell'allestimento e nella gestione di musei e mostre di storia naturale (paleontologici, naturalistici, geologici,), nella gestione di visite guidate soprattutto sul terreno, realizzando corsi scolastici e accademici. Partecipa come relatore a numerosi congressi italiani e stranieri sviluppando le tematiche della paleontologia e ultimamente del geoturismo. Entusiasta conoscitore dei massicci montuosi dell'Appennino centrale, della Majella e del Gran Sasso, in Abruzzo, sua terra d'origine, si è trovato a vivere il trekking un po' dappertutto in Italia, in Lussemburgo e in Islanda. E' interessato alle mitologie nate per spiegare gli eventi e gli aspetti geologici. [preso da www.kailas.it]

[foto Adele Garzarella]




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