Giovanni "Jack" Pallini |
Oggi pubblichiamo con doppia emozione il primo contributo di un collega e amico geologo, Andrea Di Cencio. Siamo particolarmente contenti di iniziare una collaborazione, che speriamo invogli anche altri a dare un contributo, con un ricordo di Jack, Giovanni Pallini.
Jack per chi ha studiato alla Sapienza di Roma o alla G.D'Annunzio di Chieti è stato qualcosa di più un insegnante, lui sapeva unire studio e divertimento, lavoro e goliardia. Ma soprattutto sapeva tirare fuori il meglio dagli studenti, a volte con modi molto diretti ma sempre efficaci. A Jack piaceva condividere i piaceri della tavola con gli studenti. E gli studenti lo amavano anche per questo.
Jack per chi ha studiato alla Sapienza di Roma o alla G.D'Annunzio di Chieti è stato qualcosa di più un insegnante, lui sapeva unire studio e divertimento, lavoro e goliardia. Ma soprattutto sapeva tirare fuori il meglio dagli studenti, a volte con modi molto diretti ma sempre efficaci. A Jack piaceva condividere i piaceri della tavola con gli studenti. E gli studenti lo amavano anche per questo.
Jack e la cucina (parte I)
ovvero di come il polacco sia diventato delfino di jack cucinando arrosticini
a cura di Andrea Di Cencio PhD - andreadicencio@geologiaepaleontologia.eu
Era la prima escursione del primo anno
di geologia, era il week end dell' 8 e del 9 Novembre 1996. Partiti tutti belli
entusiasti, tre auto se non ricordo male, direzione montagne della provincia di
Pesaro Urbino.
Lì ci aspetta il Prof. Pallini, ancora non lo conoscevamo come Jack. Il prof. ci aveva fatto da poco l'introduzione alla Facoltà e alla vita di Geologia, ci aveva divisi in gruppi e noi eravamo il primo a raggiungerlo per le "lezioni sul terreno", escursioni informali prima del corso. Andammo attrezzati alla bisogna per la sopravvivenza abruzzese ad una due giorni fuori: arrosticini e vino.
Io avevo a casa un po' del vino del mio bisnonno, vino cotto fatto in casa che per la maggior parte era diventato marsala. Era un vino che aveva 36 anni quando sono nato e quindi il giorno dell'escursione aveva superato abbondantemente la cinquantina e viaggiava orgoglioso verso la sessantina. Ne avevamo così tanto a casa che mia madre l'usava per cucinare.
Lì ci aspetta il Prof. Pallini, ancora non lo conoscevamo come Jack. Il prof. ci aveva fatto da poco l'introduzione alla Facoltà e alla vita di Geologia, ci aveva divisi in gruppi e noi eravamo il primo a raggiungerlo per le "lezioni sul terreno", escursioni informali prima del corso. Andammo attrezzati alla bisogna per la sopravvivenza abruzzese ad una due giorni fuori: arrosticini e vino.
Io avevo a casa un po' del vino del mio bisnonno, vino cotto fatto in casa che per la maggior parte era diventato marsala. Era un vino che aveva 36 anni quando sono nato e quindi il giorno dell'escursione aveva superato abbondantemente la cinquantina e viaggiava orgoglioso verso la sessantina. Ne avevamo così tanto a casa che mia madre l'usava per cucinare.
Mia madre usava un marsala di 60 anni
per cucinare, ma su questo si possono aprire altre discussioni.
Ovviamente era un vino fatto in casa,
conservato in maniera magari non consona e quindi è probabile che fosse "grasso
che cola" che fosse diventato per la maggior parte marsala, tant'è che
nella bottiglia a caso che presi dal garage beccai proprio l'unica non maturata
ma andata a male: che figuraccia!!!
Ma tutto andò bene perché Jack ci fece
assaggiare, a cena, la sua grappa cinese e salvammo la serata.
Gli arrosticini erano per la sera, ma
stranamente sono avanzati, oppure effettivamente avevamo esagerato, ma era
nella normalità delle cose presentarsi dappertutto arrosticino-muniti!!!
Avanzarono e il giorno dopo ce li
portammo dietro durante la seconda giornata di escursione. Andammo al Furlo,
nella cava che oggi è il centro dell'area protetta omonima, e ci mettemmo a
razzolare alla ricerca di ammoniti.
Ci mettemmo è una parola grossa, o
quanto meno non lo facemmo tutti, io coadiuvato da alcuni amici nella ricerca
della legna, mi sono messo a cucinare gli arrosticini avanzati, in una cucina
organizzata di fortuna.
Io cucinavo, gli altri cercavano i
fossili e Jack ci guardava estasiato, un gruppo completamente autonomo.
Chi conosce Jack sa quale fosse la sua
passione per la cucina, la buona cucina e la cucina di terreno, ma da
professionista quale era sottolineò come l'organizzazione logistica fosse
un'attitudine più importante della capacità di cercare fossili.
Da quella escursione io riportai una
sola ammonite, Lytoceras sepositum
secondo Jack, io ritengo fosse Lytoceras
cereris (più ovale di quella proposta dal prof.), per altro non proveniente
dal Furlo. Ma riportai un'amicizia infinita, una proposta di lavoro, un futuro
di paleontologo, l'amore per la vita che ancora conduco e Jack è sempre
presente.
Furloceras erbaense (Hauer, 1856) |
Giovanni Pallini detto “Jack”: un geoscienziato nel Dizionario Biografico degli Italiani di Alessio Argentieri e Marco Pantaloni (da Geoitaliani)
Giovanni Pallini (Jack) di Massimo Santantonio (da Treccani)
Jack Pallini di Andrea Di Cencio (da Geologia e Paleontologia)
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Andrea Di Cencio - Iscritto a geologia
perché "fico ci portano in montagna!" si è trovato in pochi anni e
ancora studente a lavorare su tutti i massicci appenninici, alpini e siciliani
come paleontologo e biostratigrafo (ossia datando le rocce in base al solo
contenuto in fossili). Si laurea in paleontologia e consegue anche un dottorato
di ricerca in biostratigrafia presso l'università "G. D'Annunzio" di
Chieti, studiando dettagliatamente le rocce affioranti sull'Appennino centrale.
Per natura curioso, approccia anche le altre tematiche della geologia, dalla
vulcanologia, alla geologia strutturale, alla geologia tecnica, alla
geomorfologia. Inoltre, ha una forte esperienza da divulgatore lavorando
nell'allestimento e nella gestione di musei e mostre di storia naturale
(paleontologici, naturalistici, geologici,), nella gestione di visite guidate
soprattutto sul terreno, realizzando corsi scolastici e accademici. Partecipa
come relatore a numerosi congressi italiani e stranieri sviluppando le
tematiche della paleontologia e ultimamente del geoturismo. Entusiasta
conoscitore dei massicci montuosi dell'Appennino centrale, della Majella e del
Gran Sasso, in Abruzzo, sua terra d'origine, si è trovato a vivere il trekking
un po' dappertutto in Italia, in Lussemburgo e in Islanda. E' interessato alle
mitologie nate per spiegare gli eventi e gli aspetti geologici. [preso da
www.kailas.it]
[foto Adele Garzarella]
[foto Adele Garzarella]
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