mercoledì 17 febbraio 2016

Lungo il corso del Tevere (prima parte): Vecchie Fornaci ed Antichi Forni.

Inauguriamo su Geologia e Cucina® una serie di post dedicati al Fiume Tevere, antica culla di civiltà.

Non possiamo immaginare il Tevere senza considerare il legame fra l’antico Flumen Albula e la città di Roma.  
Eppure verso nord, solo poco oltre Grande Raccordo Anulare, il paesaggio perde la fitta urbanizzazione e la presenza umana quasi si annulla, a sancire un distacco antropologico con il corso d’acqua. Le comunità hanno infatti privilegiato l’insediamento sulle colline circostanti, relegando al fiume un contesto marginale ed alla piana una destinazione per lo più agricola. 
Il Tevere accoglie il tributo mancino dall’Aniene all’altezza della via Salaria, dopo un percorso tutto appenninico, il terzo per lunghezza in Italia, tormentato e frequentemente interrotto da dighe ed invasi artificiali, che regolano i deflussi e ne governano le piene.
Per buona parte del suo corso percorre una ampia valle che, da punto di vista geologico, corrisponde ad un “graben” ovvero una depressione ribassata da fratture che ne segnano i bordi in modo quasi lineare. 
Il “graben del Paglia-Tevere" è orientato in direzione appenninica (da NW verso SE) e deve la sua origine alla distensione del bordo tirrenico, successivo al sollevamento della catena montuosa. dal tardo Pliocene inferiore,
Mappa schematica del Graben Paglia Tevere: a sinistra il PaleoTevere (da Mancini et alii. cit.)

L’antico corso del fiume, il “Paleo-Tevere”, solcava la pianura in una posizione completamente diversa da quella attuale, prima che gli sbarramenti e le deviazioni provocate dalle colate piroclastiche del Vulcano Sabatino e dei Colli Albani ne deviassero il percorso:  fino a circa 600 mila anni fa, il Lungotevere si sarebbe percorso molto più ad Ovest. La mappa qui proposta è una rappresentazione schematica della antica geomorfologia del corso tiberino.

Oggi, per lunghi tratti, la piana del Tevere è un vero e proprio “corridoio” di ferrovie, strade ed autostrade che, favorite dalla morfologia, incidono a più riprese i terrazzi fluviali formati dall’incessante azione di deposito e scavo del corso d’acqua .
Monterotondo, con i suo 40.000 abitanti a soli 25 km da Roma, è connesso sinergicamente alla via Salaria, alla linea ferroviaria ed all’Autostrada A1. Seppure la cittadina sia insediata storicamente sulle colline prospicienti il Tevere, deve una grossa parte dello sviluppo urbanistico del secolo scorso proprio alla geologia della piana tiberina.
Il Tevere nei pressi di Monterotondo in sponda sinistra (@Geologia e Cucina)
Una disponibilità significativa di argilla come materia prima, connessa ad ampi spazi per collocare gli impianti a ridosso dei siti estrattivi oltre che collegamenti accessibili a strade e ferrovie, furono le condizioni per la nascita di un estesi insediamenti industriali legati al comparto dei laterizi. 
Via delle Fornaci (@Geologia e Cucina)
Sorsero ovunque cave, impianti e fornaci: la stessa toponomastica che si legge ancora oggi, deriva dalla presenza di un grande polo produttivo, a ridosso della ferrovia storica Roma-Firenze ed al confine con il comune di Roma.  
La crescita fu rapidissima ed ebbe il massimo sviluppo nel dopoguerra con il boom del mattone romano. A partire dalla crisi petrolifera degli anni’70 impianti e cave ridussero le attività fino a fermare la produzione in modo definitivo. Alcuni impianti continuano la loro produzione e la coltivazione all'interno delle argille grigie e giallastre, più sabbiose, che formano le colline e che, come accertato dagli studi geologici condotti in passato, costituiscono una importante testimonianza del passaggio tra Pliocene e Pleistocene nella Valle del Tevere (Carboni, Conti - 1977). 
Fronti di cava attiva (@Geologia e Cucina)

La storia di oggi è quella che si presenta ai nostri occhi di visitatori: aree ancora produttive si alternano a siti totalmente dismessi, con impianti in rapido degrado. La bassa permeabilità delle formazioni coltivate ha determinato un progressivo colmamento delle cave in disuso, riempite da effimeri laghetti o peggio da materiali di incerta provenienza. 
In due vecchie cave, utilizzate già in epoca antecedente alla seconda guerra mondiale dalla società Lateritalia, alcune condizioni sito specifiche hanno permesso la formazione di “laghetti rigogliosi di vita e di biodiversità”, come ci raccontano gli attivisti dell’Associazione XNatura sul loro sito.  Anche oggi, nel  corso del sopralluogo effettuato a gennaio, oltre la torre dell’antico stabilimento di mattoni, si possono osservare numerose specie di uccelli ed un ambiente ricco di vegetazione, seppure turbato da alcuni esempi di inciviltà come l’abbandono incontrollato dei rifiuti. 
Avifauna nei Laghetti dello Scalo ed antico stabilimento Lateritalia (@Geologia e Cucina)
La battaglia condotta per la tutela di questa area umida ha portato nell’ottobre del 2013 il Consiglio Comunale di Monterotondo a deliberare la richiesta di tutela e la valorizzazione dell’ “area naturalistica dei laghetti di Monterotondo Scalo” ai sensi della direttiva Habitat.

Non è una coincidenza che proprio di fronte ai 10 ettari della Vecchia Fornace Mariani, nei pressi della Stazione ferroviaria di Monterotondo, sorga uno dei più Antichi Forni tradizionali della città eretina: il Forno Alimentari Cavalli 1882. Al titolare (sotto in foto) parliamo del nostro progetto, che vuole raccontare un territorio attraverso il rapporto, anche insolito, tra la Geologia e la Cucina. 
Forno Cavalli anni '50 - dal sito.
"La zona dello Scalo" così viene definito l'insediamento nei pressi della stazione "è stata da sempre terra di emigrazione, di manodopera specializzata che veniva a lavorare alle Fornaci. Persone che sono passate per la nostra bottega di generazione in generazione. Agli operai della Fornace Mariani, qui di fronte, mio padre passava agli operai in turno i panini attraverso i cancelli.
Il nostro Forno (ci mostra la foto "storica di famiglia" qui ripresa) è stato completamente ricostruito dopo il bombardamento di Monterotondo del 1943. Era un classico Emporio adatto ad una piccola cittadina, mentre oggi siamo passati ad una maggiore ricerca della qualità da proporre. Il mio interesse è scovare i produttori che esaltano il rapporto qualitativo della loro materia prima con la lavorazione artigianale.
Per i salumi, il terreno di caccia è la Toscana, l'alto reatino e le vicine Marche. Giudico alcuni prodotti inarrivabili".
Peppe Cavalli (@Geologia e Cucina)
Il negozio, a dire il vero, sembra un luogo fuori dal tempo. Insegne e scaffalature che sanno di antico, affilatissime Berkel a volano, ovunque i segni della tradizione. Nel retro bottega, il Forno.
"Produciamo tutte le tipologie di pane e alcuni dolci della tradizione locale, con grande attenzione alla scelta ed all'utilizzo di farine selezionate, come quelle macinate a pietra da una vicina azienda agricola di Capena. Molte persone non comprendono come siano le farine a determinare la qualità della lievitazione, ad un costo di pochi centesimi superiore rispetto ai prodotti comuni della grande distribuzione".
Una attenta selezione è dedicata anche ai vini ed alle birre artigianali. 
- Hai qualche aneddoto legato al territorio ed in particolare al Tevere? chiediamo. "Ho una immagine in una foto durante una delle frequenti alluvioni del dopoguerra, con una serie di barche parcheggiate in fila lungo la ferrovia di persone che venivano a fare la spesa in negozio. Se la trovo ve la invio".
E per noi sarà un piacere pubblicarla.



Le Fornaci dismesse che costellano la via Salaria sono splendidi esempi di archeologia industriale, in attesa di riqualificazione e valorizzazione. Si tratta di un patrimonio di immenso valore sociale. Se siete in transito sulla Via Salaria armatevi di macchina fotografica e di un buon teleobiettivo per qualche scatto geo-naturalistico e post industriale, senza mancare una sosta gastronomica ed inviateci le vostre emozioni.

# Bibliografia essenziale.

-Mancini, Girotti, Cavinato "IL PLIOCENE E IL QUATERNARIO DELLA MEDIA VALLE DEL TEVERE (APPENNINO CENTRALE)" Geologica Romana 37 (2003-2004), 175-236
-Carboni, Conti "LE ASSOCIAZIONI FAUNISTICHE TARDO CENOZOICHE DI VALLE RICCA (MONTEROTONDO, ROMA) E LE LORO IMPLICAZIONI BIOSTRATIGRAFICHE" Geologica Romana 16 (1977), 1-19

4 commenti:

  1. Gherardo Dino Ruggiero14 maggio 2016 alle ore 16:48

    Ottimo Vittorio Morelli! Grazie per l'interessante segnalazione che divulgherò in tutti gli ambiti possibili. La mia Associazione "Il Carro" ha come motto "divulgare divertendo". 068181853-338.7965614

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  2. Ti ringrazio molto e ti invito a seguirci settimanalmente. Il blog è aperto a qualsiasi collaborazione scritta sulle peculiarità geologiche ed enogastronomiche della nostra penisola

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  3. Salve , mio nonno lavorava alla ceramica laziale in via aniene, Monterotondo scalo ora ci sono i ruderi delle abitazioni tra cui quella dei miei nonni , dietro c'è la fabbrica , qualcuno conosce la storia di questa fabbrica di ceramiche? Monica Agnolet Grazie

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  4. l'antica ceramica laziale d'agostino, in via aniene sapete qualcosa? grazie,Monica Agnolet

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