giovedì 2 giugno 2016

Quando la lama si fa dura, le ceramiche iniziano a tagliare...

Non finiremo mai di descrivere la Geologia come una materia bellissima; forse per il ricordo un po' nostalgico degli anni universitari, sicuramente perché siamo tra i pochi fortunati ad "esercitarla" anche in ambiente lavorativo, a qualche decennio di distanza dalla Laurea. 

Da giovani matricole, il caleidoscopio di figure professionali è quasi disorientante: esiste il paleontologo, confratello del quaternarista, amico dello stratigrafo, ma distante un mondo dal mineralogista, che non ha nulla a che vedere con il geotecnico, affine all'applicato, lontano parente del geofisico e del rilevatore, cugino dell'idrogeologo e via così, in un elenco infinito. Tutti noi abbiamo scelto sicuramente in base alla passione.
Di certo, però, i geologi hanno avuto un ruolo storico più affine a quello dello scienziato puro: colui che interpretava i meccanismi di formazione delle rocce e dei rilievi attraverso teorie (a dire il vero anche piuttosto fantasiose) che ebbero, ma solo a partire dalla metà del XX secolo, una accelerazione quasi "rivoluzionaria", fino alle odierne ricostruzioni, complesse come quella in foto (da Treccani.it).


In Italia la materia ebbe illustri "padri costituenti", come Quintino Sella Presidente del primo Comitato Geologico istituito nel 1867 per volontà reale. Come si vede nei documenti allora pubblicati, quello fotografato qui sopra è del 1886, il campo di ricerca dei primi "ingegneri-geologi" era dedicato quasi esclusivamente all'ambito minerario; oggi, al contrario, si sente forte la necessità di creare figure che assumano un peso sempre maggiore nella gestione complessiva del territorio.
In realtà, nel fermento del XIX secolo, troviamo in piena attività numerose figure di riferimento che si occupavano di materie attinenti la geologia, sebbene provenissero da diversi campi accademici. Friedrich Mohs nacque nel 1773 a Genrode (Germania) e morì durante un viaggio ad Agordo nel 1839. Nella sua carriera studiò fisica, matematica e chimica fino ad approdare, in Sassonia, all'Accademia Mineraria di Freiberg. Fu professore a Graz, Freiberg e Vienna: insomma una gran bella testa.

Friedrich Mohs - Wikipedia
A distanza di quasi 200 anni quello che fu, innanzi tutto, un illustre mineralogista, viene ricordato per aver ideato la scala di durezza che porta il suo nome e che classifica i minerali sulla base delle caratteristiche fisiche e non, come tradizionalmente avviene, sulla loro composizione chimica. 
La scala di Mohs è empirica ed assume come riferimento dieci minerali, partendo dal principio che ciascuno è in grado di scalfire quello precedente e viene scalfito da quello che segue. E' erroneo chiamarla scala, poiché i "gradini" che distanziano un minerale all'altro non sono posti ad intervalli costanti.
Curioso ricordare la sequenza, soprattutto i riferimenti all'unghia ed all'acciaio molto pratici: si noti la facilità di incisione che ha permesso di indicare la provenienza nel cristallo di gesso fotografato.



TENERI (si scalfiscono con l'unghia)
 1. Talco
 2. Gesso
SEMI DURI (si rigano con la punta di acciaio)
 3. Calcite
 4. Fluorite
 5 Apatite
DURI (non si rigano con la punta di acciaio)
 6. Ortoclasio
 7. Quarzo
 8. Topazio
 9. Corindone
10. Diamante

La sequenza, imparata a memoria anni fa, mi è tornata in mente di recente dopo aver letto, non ricordo bene dove, che la durezza dei coltelli di ceramica è pari a quella del diamante, con un valore di 9.5 sulla scala di Mohs
Impossibile, mi sono detto. La ceramica (materiale che assume un aspetto resistente per cottura)?
Fuorviato dal mondo dello "stovigliame", dove questo tipo di manifattura proviene quasi esclusivamente dalla lavorazione dei minerali a base di argilla, ho ritenuto doveroso approfondire il tema scoprendo che sulla materia esiste tutto ed il contrario di tutto, con alcune interessanti curiosità.


Innanzi tutto i coltelli in ceramica sono costruiti con materiali ad alta tecnologia: per intenderci quelli che si usano nella chirurgia specialistica o in odontotecnica. I coltelli di alta qualità, ben inteso.
Inaspettatamente la diffusione di prodotti a basso costo, come quelli oggi venduti in alcuni noti mobilifici, ha segnato una flessione in termini di vendita. La manifattura di qualità è stata infatti incalzata dal prezzo concorrenziale di lame che, risultando spesso scheggiate o inutilizzabili già a poca distanza dall'acquisto, hanno indotto il consumatore medio a non preferire questo tipo di utensile.
Le lame in ceramica sono tuttavia ineguagliabili in alcune lavorazioni, specie per la precisione del taglio, anche se oggi vengono superati da quelle in ossido di titanio, che aggiungono alla precisione il definitivo miglioramento rispetto a quello che appare il grande difetto della ceramica, la sua fragilità.
Falso mito da sfatare è quello che i coltelli ceramici evitano l'ossidazione, proprio perché il fenomeno che provoca annerimento superficiale negli alimenti è legato alla presenza di ossigeno (come dice la parola stessa) e non al tipo di materiale che provoca il taglio. Questo ce lo spiega benissimo Dario Bressanini in un apposito esperimento.

baddeleyite- crystalclassics.co.uk 
Il materiale utilizzato per la loro costruzione è Ossidio di Zirconio, che nella forma cristallina assume nome mineralogici quasi impronunciabili: baddeleyite e tazheranite, molto rari (il secondo ha una sola miniera in ex Urss ed una in America Latina).
Fra le curiosità di questo materiale, ricordiamo che fonde a 2.680 °C, ha una resistenza elevatissima ed una conducibilità termica molto bassa, tanto da venir sfruttato come isolante nelle migliori tecnologie (provate a immergere un coltello in ceramica in acqua bollente per vedere se dopo scotta...).
Infine, si può affilare? Si, al contrario di quello che in molti pensano.
Solo che, come ci ricorda la Scala di Mohs, questo può avvenire utilizzando esclusivamente un materiale di durezza più elevata: il diamante. Le mole da affilatura sono quindi ricoperte di polvere diamantata, spesso di sintesi.
Il fascino del taglio con un coltello in ceramica rimane immutato, sebbene limitabile ad alcune tipologie di alimenti. Questo coltello rimane comunque complementare a quelli in acciaio (materiale con durezza di base 4.5 Mohs, circa metà), dalle forme sinuose ed dalle manifatture spesso inarrivabili.
Oggi le lame di acciaio amplificano le loro caratteristiche qualitative con l'utilizzo di leghe di altri metalli (principalmente carbonio, vanadio e molibdeno), ma soprattutto con affilature di alta precisione, che ne fanno un attrezzatura insostituibile nella cucina casalinga e professionale.


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